domenica 17 ottobre 2010

Cazzi amari


Stamattina mentre mi avvicinavo al corpo morto di don Ciccio mi sono reso conto di combinare solo guai.
Le mie scarpe facevano un rumore sinistro e cupo come un gatto castrato che si lamenta e soprattutto ho lasciato una striscia di fango lunga almeno tre metri che dalla porta arrivava direttamente alla bara del povero prete che mi ha voluto tanto bene e che mi ha visto crescere ma che poi si è arreso, consapevole del fatto che i ragazzi del paese avrebbero vinto su qualunque Gesù o parabola .
Solo guai.
Dimenticare di comprare il pane, dimenticare di chiudere il forno il frigorifero l’acqua calda o la televisione del cazzo, sono questi i miei guai.
La mia vita è così piatta che l’unica botta di culo che ho è trovare il parcheggio sotto casa o davanti l’edicola.
Prendete una batteria staccate i morsetti e attaccateli sotto le mie palle, così mi date una scossa di vita.
Bene.
Perché a pensarci bene ho un demone dentro la pancia, dentro le budella, che si agita e che prima o poi verrà fuori, (più o meno come la scena di Alien dove il parassita sfonda il torace a Kane…) e allora saranno cazzi vostri miei cari benpensanti, miei cari borghesi, miei cari lecchini, miei cari amici e nemici che mi siete stati vicini e poi avete preso il volo.
L’unica cosa che mi da un po’ di sollievo è il lungomare al tramonto e sapere che tutto questo un giorno finirà ma per il momento fatemi ritirare a casa o troverò il mio parcheggio occupato.
E allora saranno cazzi amari per davvero.

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