domenica 20 marzo 2011

L'invasione dei Motoristi



Marzo è pazzo. Lo dice la saggezza popolare lo conferma la vita quotidiana.
Se una rondine non fa primavera, uno sciame di uomini rotanti indicano una tendenza e raccontano una passione
Tra le tipologie umane più interessanti è degne di nota, vi è il Motorista. Tipo curioso quest’ultimo, l’unico sportivo che sente odore di benzina in televisione. Il Motorista ama silenziosamente gli sport che fanno rumore: Formula 1 e moto, kart e acrobazie aeree. I pistoni lo affascinano più dei muscoli; davanti alla velocità di un centometrista, pensa a quella della McLaren. Il Motorista è uno sportivo informato.
A differenza d’altri appassionati, ragiona per numeri e statistiche, record e classifiche. Quando i dati si abbinano a una forte personalità (un Valentino Rossi, un Michelino Schumacher), il Motorista va in estasi. Ma è un’estasi irritabile. Quando il Motorista è vicino all’orgasmo, ecco che spuntano come le viole a primavera, le bande dei profani, gente che scopre uno sport quando c’è di mezzo un campione e lo abbandona appena non c’è più. Il Motorista questo, non lo sopporta. Lo so, l’ho provato a mie spese. A nome di tutti i profani- gente che fatica a trovare poesia nel rumore- chiedo comprensione. Appassionarsi a un campione (o a una rivalità) è un tentativo di penetrare un mondo complicato. Non so se Motorista si nasce o si diventa. Non posso saperlo non ho la macchina. Ma, se si diventa, si diventa molto presto. Ricordo che, da bambino, avevo amici che compravano piste e autostrade varie, e amici che giocavano con le figurine. Io stavo con questi ultimi. Le macchinine che correvano in tondo mi sembravano vagamente noiose, ma ero certo che da grande avrei cambiato idea. Appena compiuti i fatidici 18 anni avrei comprato una 112 bianca con capottina rossa e sarei stato un uomo felice. Non è accaduto. Sono diventato grande, la 112 bianca con capottina rossa non l’ho comprata e le automobili che girano in tondo continuano a sembrarmi un po’ noiose. Forse per questo i Motoristi mi affascinano: osservandoli, vorrei carpire il segreto della loro passione.
Prendiamo le motociclette. Mi piacciono quelli che coperti di cuoio dalla testa ai piedi sfrecciano felici verso il tramonto( l’ho fatto anch’io da bambino col triciclo accumulando romantiche escoriazioni. Poi per la felicità di mia madre ho smesso). M’interessano quelli che guardano una Ducati come se fosse una ragazza bionda, e poi strapazzano una ragazza bionda mettendola su una Ducati (rigorosamente sotto la pioggia please ). M’incuriosiscono quelli che durante i Gran Premi in tv recitano i parziali dei tempi sul giro come fossero sonetti del Petrarca. Ammiro quelli che sistemano le vecchie moto, con paste e affetto speciali. Ma non c’è dubbio: non sono dei loro. E i Motoristi miei amici lo sanno. Quando parlano con me, assumono un tono didattico. Anzi evangelico. Ragazzi, che fastidio! Devono convincermi della poesia di un percorso misto, della canzone di un motore, del fascino di un pneumatico.
E quando io dico di vedere solo curve, rumore e gomma, sospirano affranti.
Nel paesino, dove abito, conosco un Motorista, che chiamerò Mister O. Classe 1965 e nessuna voglia di scendere dalla sua amata motocicletta. Ha sempre guidato auto veloci, si alza all’alba per vedere le corse, e appena sente un rumore equiparabile al rombo di un motore, le sue orecchie si rizzano all’inverosimile ansiose di identificarlo. Mister O. è competente. Una volta, era domenica, di ritorno da una faticosa trasferta in un posto imprecisato della costa tirrenica, mi fece vedere un pezzo da lui scritto anni prima su un mensile allora molto “tirato” in città. Provai a leggerlo. Smisi quasi subito. Ragazzi che linguaggio. Era tecnicissimo! Fin troppo. Non mi sono mai piaciute le cose troppo tecniche figuriamoci il linguaggio poi .Puah! Ma non mi sono perso d’animo. Con lui ho provato a ragionare di sport che non fanno baccano: niente da fare. Il calcio, se ho capito bene, però potrebbe interessargli. Ma i calciatori dovrebbero andare a gasolio.
Parlando con Mister O.- anzi ascoltandolo: perché non è facile interromperlo mentre spiega le virtù di un nuovo carburante- ho capito una cosa. Non riuscirò mai a diventare un appassionato degli sport a motore: della Ferrari mi piace soprattutto il colore (e Massa invece con quel suo cronico rifiuto per la vittoria non mi piace proprio e basta).
Mi piacciono, però, i Motoristi.
Mi appassionano quando si surriscaldano, m’intrigano quando cambiano marcia mentale, mi divertono se vanno fuori giri. Basta! Ho deciso. Farò così: mentre guardano le macchine, io guarderò loro.
Magari risparmio sul canone, ma mi diverto da matti lo stesso.

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