lunedì 15 agosto 2011

Contemplando Ferragosto


Quando ero piccolo, ero spesso disorientato dallo scorrere del tempo e dal valore che ad esso assegnavano i grandi.

Una delle ricorrenze più disorientanti in assoluto è proprio quella di oggi giorno di Ferragosto.

Ricordo che quand’ero bambino passavo ore a cercare di capire cosa si festeggiasse.

La fine dell’estate? No, troppo presto. Il giorno più torrido dell’anno? Nemmeno, troppo tardi.

Guardando il calendario mi accorgo che è il giorno della Madonna Assunta ma ciò non tranquillizza affatto il mio animo indagatore.

Le persone a Ferragosto sono troppo caotiche per occuparsi di questioni religiose è troppo ansiose per lasciarsi andare al ritmo ammaliante e suadente di una festa.

Per non parlare di quel nome sinistro e metallico che rimanda a fabbri forzuti e ingrugniti i quali, chiusi nei loro laboratori battono il ferro per mantenerlo caldo.

Da piccolo ero addirittura convinto che il noto modo di dire derivasse proprio da questo.

Qualche lustro dopo, penso che Ferragosto sia solo una buona scusa per uscire da casa. Le persone escono da casa anche negli altri giorni, ma farlo quando è festa, tranquillizza, rassicura e rallegra quelli del CIS Viaggiare Informati che ogni giorno consigliano le partenze intelligenti senza comprendere che tutto quello cui un essere umano può ambire a questo mondo è una partenza ragionevole.

Questo fino a poche ore dal grande esodo.

Poi Ferragosto arriva e tutte le opportune raccomandazioni vanno a farsi benedire perché le cose non cambiano mai e vanno come sempre.

Città semivuote, imbecilli su autostrade affollate, e cani abbandonati agli angoli delle strade ad elemosinare brandelli d’attenzione nei confronti di uomini e donne fuggiti ad abbrunirsi chissà dove.

Non capisco se essi siano obbligati dalle circostanze oppure amino il rito collettivo e i suoi aspetti inumani: folle, file, soste, angosce e proteste.

Per me Ferragosto è questo. Le altre, se ci sono, sono solo banalissime vacanze.

Ognuno di noi può vantare una sua personalissima forma di ozio. C’è quello ricco (d’itinerari, di brindisi, di rimpianti), di chi è ricco e non può fare a meno di ostentarlo, c’è quello povero di chi in vacanza non ci può andare e non smette di tormentare la tastiera di un computer, c’è quello snervato di chi già non ne può più, c’è quello apparente di chi lavora in un tabacchino sparso sulla costa tirrenica fidatevi; c’è sempre qualcuno al lavoro nei tabacchini sparsi sulla costa tirrenica d’estate ma questo (a meno che non ci sia in zona qualche crudele omicidio), Federica Sciarelli e Salvo Sottile non ve lo racconteranno mai.

C’è poi infine quello collettivo e asfissiante di tutti. Pochi a questo mondo sanno rilassarsi senza stressarsi.

I luoghi di rilassamento hanno assunto nel corso degli anni qualcosa di sinistro e minaccioso.

Tanto per cominciare sono stati assaliti dalle folle propagandiste.

Cominciamo dal mare occupato dagli sportivi e dai nottambuli. Seguitiamo con la montagna e le terme affollate dai salutisti. Finiamo con i santuari e i conventi infestati da convulsi mercati e simposi superficiali.

Anche luoghi ameni come le colline e la campagna dove con un po’ di buona volontà sarebbe possibile non far nulla, brulicano di pollici verdi raffazzonati e imbianchini della prima ora.

Ogni tanto accade qualche disgrazia: bambini scorticati, piantagioni distrutte, dita mozzate. Ma le lacrime dei pargoli e le maledizioni delle consorti non bastano a frenare l’iperattività dell’uomo in vacanza. Progressista e metodico, lugubre e socievole, spossato ma eccitato.

Non è facile descrivere la cupa determinazione di un uomo in vacanza. Diciamo pure impossibile.

In certi casi le parole non bastano.

Ecco perché oggi più che mai mi affido a un’immagine. Una di grandissima qualità. Quella iperrealista di una scultura di Duane Hanson.

Osservatela bene.

Ritrae un uomo e una donna in tenuta turistica che contemplano qualcosa. Non è possibile capire dove siano né cosa guardino.

Chissà forse sono appena scampati a una coda in autostrada e contemplano Ferragosto.

3 commenti:

  1. complimenti, pezzo intelligente e ironico

    RispondiElimina
  2. Grazie Matteo! La tua approvazione è quantomai refrigerante !! Un abbraccio!!!

    RispondiElimina
  3. Pezzo ok, ti trovo coraggioso, io non sono capace di parlare di questo giorno.

    RispondiElimina