giovedì 2 maggio 2013

L'importanza di un uomo in mezzo al campo




Nella settimana del tracollo delle spagnole in Coppa Campioni l’influenza iberica domina in campionato. Qui, a conferma di una scarsa incisività degli attaccanti, sono i centrocampisti a guadagnarsi la prima pagina consegnando alle proprie squadre la concretezza dei loro traguardi.

In alto, rafforzando una tendenza cui anche Antonio Conte sembra essersi adeguato, Marchisio e Vidal si spartiscono i meriti d’aver matato un Toro dalle corna spuntate. Poco più in basso, il Napoli furoreggia senza il suo Matador sfoderando centrocampisti dal tiro secco e mortifero; la Fiorentina  crema e imbalsama ogni avversario con la poesia delle sue verticalizzazioni.

L’Udinese continua a sfornare saranno famosi che diverranno star strapagate. Di contro, i bomber stentano (Klose) e sbuffano (Rocchi).

Cosa sta accadendo? Nulla se non la solita storia. I piedi di molti calpestano i cervelli di tutti e li raccontano meglio d’alcuni.

Spiego meglio: il calcio italiano, così come il Paese, non ha bisogno di zucconi  primedonne. Invoca geometrie e passaggi corti. La palla lunga non serve più.

Prendete il Palermo. Avrebbe Boselli: gli basta Ilicic. Ergo la vita è difficile: se non hai qualcuno in grado di spianarti la strada tutto è più complicato.

Dove sarebbe la Juve senza le illuminazioni di Pirlo? Da nessuna parte. Anche perché un totem lì in mezzo ci vuole sempre. Brilla e dà sicurezza.

Prendete l’Inter. In mezzo ha Kovacic. Diciotto anni. Un’età da neopatentato incline agli incidenti di percorso: non può né poteva guidare un’architettura complessa come l’Inter. Un azzardo che gli ambrosiani han pagato più che gli infortuni. Se n’è andato in infermeria anche l’eterno Zanetti, ma solo in apparenza: la sua scia rimarrà chiara nei ricordi di tutti noi. Non la dimenticheremo.

Così come indimenticabile resterà comunque la rincorsa del Siena che ieri, stanco di un’infinita salita, ha ceduto sotto i colpi di una Roma bellissima davanti, ma inquietante dietro. Come molte persone cui uno sprazzo di saggezza e buongusto non guasterebbe.

L’Italia tutta s’attrezzi. Le squadre di calcio  come avete letto, stan già provvedendo.

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