domenica 23 agosto 2015

Débâcle



Cyril Théréau.
La cronaca cuce addosso a un oscuro attaccante  francese la tunica purpurea di Cassandra.

Tante assenze gente nuova smentisce i soloni, sotto la luna di agosto riempiendo gli occhi di luminose croci.
Nuovi Omeri cantano le luci e le ombre che salmodiano il giorno continuando a respirare d'inerzia.  
Quella sabauda  convinta di vivere di folate  e rattoppi. Neanche tante, poi a ben vedere. Quasi a voler convincersi di poter andar  oltre evidenti mancanze.
Il tempo - ahimè - non sana le ferite e Pirlo , Vidal e Tevez non si regalano a nessuno.

Tantomeno a un francese e a una squadra multietnica  assetata di ribalta. Meritata, niente scuse. Bella Udinese. Resilienza contemporanea in calzoncini e maglietta capace di gettarsi in avanscoperta e fare il colpo. Anzi colpaccio.

La sera taglia in due la nostalgia che fa del cuore un bozzolo scuro, la crisalide di giorni perduti.
E accende la nudità dell’assenza: come luci al neon lampeggiano al buio, crepuscolo di dolenza in streaming.  Mai sconfitta alla prima in casa la Juve perde dopo una vita.  Troppo brutto per essere vero. Clamoroso urlano.
Da quel letargo di nebbia e di fango prima o poi si schiuderà la farfalla  juventina.

Non oggi però. Débâcle.

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