giovedì 1 ottobre 2015

La più grande tartaruga marina esistente sulla faccia della Terra



È  scuro qui. È scuro.
È un avvio indolente, aggranchito. Fatico a capire dove sono. È scuro.
Mi sento uno strano vuoto in testa, la mente pesante. Poi poco alla volta comincio a ricordare. Metto a fuoco lentamente quel qualcosa di ostile. Una minaccia ancora oscura. Che mi ha portato a infilare la testa sotto questa corazza fredda.
Noi della nostra specie abbiamo questa memoria rassicurante all’interno. Un rischio, un’angoscia, una remora e ZOT! La testa ficcata sotto questa polare armatura.
Che poi, va detto: non è mica una pratica facile!
Le prime volte, se ti dimentichi di infilare bene la testa, il collo si anchilosa di netto. E fa male per giorni anche se il dì da qui appena si percepisce.
Spesso son raggi effimeri e trasparenti. A volte son duri come l’estate africana. Ma poi ti ci abitui e  non si sta così male. Il sole non picchia forte in faccia e i rumori arrivano smorzati. Distanti. Statici.
Adesso, poco alla volta, inizio a ricordare. E più il ricordo si fa nitido, più il batticuore che mi ha portato qui, riprende nerbo.
Non ricordo se fuori ci sia un predatore che vuole attaccare, non so neanche se questo stratagemma possa dissuaderlo. Ma lo hanno sempre fatto i miei simili e mi fido. Sento il cuore che batte più forte. Una smania indicibile.


Perché sono nascosto qui? Uno squalo? Una tempesta? L’anticiclone delle Azzorre?
O forse perché mi hanno chiesto se credo in Dio. Anche se qui va forte Nettuno e che qualcuno lo chiami anche Poseidone non rende il confronto meno impari. Ché poi il mare è sempre mare da qualunque parte lo si guardi . Come il cielo : troppo grande per un uomo solo  al comando. Almeno che quello non sia Coppi che era si sa, un canpionissimo, un airone. Ed io?   Io?
 Io ? Affanno eclissato perché bramo signific
ato? Mi sto intorpidendo tutto. E’ se cambiassi rotta? Questa si che è bella!!! Ma che domande sono per una
Dermochelys coriacea la più grande tartaruga marina esistente sulla faccia della Terra?

Mah!
Perché non è nel punto esclamativo, non è nella certezza bieca, ma è nella domanda la verità quella urge ancora come un grido nella notte.
Perché sono nascosto qui?

Forse per non vedere lei, per non dover reggere il suo sguardo. O per evadere una
faccenda. O una vergogna.
Sa di salsedine e di mare il vento che trasporta la sabbia mentre la luce del giorno cade oltre le onde, franti gli scogli,incendiando lontano l’orizzonte .
E’ un sogno - un sogno nuovo  - e contiene tutte le speranze e rassoda le illusioni imprigionandole come formiche in una minuscola goccia d'ambra.
Il suo profumo è così intenso che mi sento quasi brillo.
Tanto da rischiare l’avanzata.  Ci provo, tento l’avventura ma... ops la schiena mi costringe a una precipitosa ritirata acciderba!
Che uno non sa quanto sia difficile portarsi la casa sulla testa. Chiodo fisso dalla nascita, mi domando anche se sarà la mia bara e sto partecipando al mio funerale ancora in vita.
Sfinito, pigiato involucro,  refolo mutamenti radicali.

Prima o poi tirerò fuori la testa. Per controllare se il rischio è evaporato.
La tirerò fuori. Con prudenza.
Pronto a infilarla di nuovo  qui al caldo del mio guscio. Alla prima angoscia, al primo capitombolo. Al primo urto.

Le ecchimosi sulla corazza ne fanno la conta.
Lontane le montagne, lontanissime, e più lontana tu, sempre più lontana. Strozzato  l'eco imita il tuo nome.

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