domenica 22 novembre 2015

Le mummie stanno al museo



Si dovrebbe parlare di Juventus - Milan.  Balbetta l’Italia. Tutta. E la meraviglia spare dinanzi a un Conte che più di così non può fare con lo scarso materiale che ogni sosta restituisce o per meglio dire, presta.

Perché il campo è altro e il padrone diverso preso dalla sua voglia di arrivare chissà dove e non dover cambiar manico in corso d’opera.

La paura frena e frana gli uomini in campo che si azzoppano anzitempo non reggendo la tensione di una trama che non scuce morbida flanella. Solo fil di ferro immolato all’angoscia di non essere al pari della storia e dei nomi che una simil contesa racchiude e solo a tratti esula.

E fa tenerezza quasi a un  certo  punto, il glorioso Barzagli avanzare lento e imperituro quasi a dimostrare al mondo che la rete può accogliere anche chi le ha sempre evitate invitando i suoi molli compagni a prendersi le luci della ribalta.

Le stesse accecanti il ligneo Mandzukic di questi tempi e concilianti il resto della truppa piombata da un Herenanes quanto mai orfico nel suo marmoreo correre (si fa per dire).

In un tempo così fermo all’ascetica contemplazione del Nulla milanista quanto mai snaturato e cherubino si contrappone un dardo estraneo e straniero, per considerazione e passaporto.  Alex Sandro.  A giochi fatti solo lui tanto estraneo alla fifa casalinga poteva risolvere una così infame trattazione.

Che Dybala poi abbia segnato credete è cosa di poco conto.

Nel calcio come in ogni sport, ci vuole ritmo.  

 Le mummie stanno al museo.

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