venerdì 23 dicembre 2016

L'atmosfera natalizia ? Una merda

Buonasera.  Il mio nome è Gaetano. Ariete ascendente Cancro. Ho appena pestato una cacca ma fa niente.

Perché esprime necessario sinonimo, la mia opinione sul Natale e l’atmosfera natalizia ad essa purtroppo congiunta.
L’atmosfera natalizia è una merda, almeno per me, in particolare a due giorni dal Natale. Sarà che devo fare ancora tutti i regali. Ma non avendone mai ricevuto uno non sapendo bene cosa sono mi rifugio nel solito pacco e ci faccio un fiocco che a ben pensarci a Natale una croce non conviene .
Come non conviene niente. Nulla che davvero ti appartenga perché a Natale tutti bisogna, esser buoni e tutto è degli altri. Anche di chi non hai mai visto e rapido s’infratta dalla parte  giusta del fritto. Te stesso . Distrutto, incazzato e triste  scivolato sotto il tavolo come un pesce lesso dall’occhio smorto .
Perché l’atmosfera natalizia è una titanica trincea di brindisi e ipocrisia. Con le forbici del parentado  a radere al suolo qualsiasi buon auspicio.
E tu zitto che è meglio a incarognir rotule e gambaletti estranei perché è così e basta.
L’atmosfera natalizia è quella cosa che se anche sei imbestialito non lo puoi far vedere, perché altrimenti non sei sintonizzato con “l’atmosfera natalizia” e la gente pensa e i parenti grufolano “ma che stronzo deve essere questo che non ride neanche a Natale?”. Il risultato è che implodi sazio, se possibile, stai peggio del solito, ma col sorriso.
L’atmosfera natalizia è quella cosa per cui tu hai sempre le solite 996624 cose da fare come nei giorni inutili tipo il 28 agosto, ma le devi sommare a quelle del Natale (“organizzare la Vigilia”, "organizzare la tombolata", "organizzare la bicchierata"), il ché rende la tua vita impossibile.
Ci sarebbe anche la scopata ma alla fine di tutto questo organizzare ti senti sfasato come un cubo di Rubik tutto da incubare e magari accudire come da bambino quando avevi la febbre, ma al posto del brodino ricostituente e il Mangia e bevi alla pera rincuorante c’è all’angolo del camino  una ramazza befana e arcigna che il pene si flagella automatico, masochista e  silenzioso. Perché la castità fa buona famiglia ma se a trentaquattro anni non sei sposato o non hai una separazione in corso, non sei in pace con la vita e adombri sinistro ragnatele in salone.
Che per l’occasione mutano in centritavola ottocenteschi e vanitosi. Ma nessuno se ne accorge di solito.
Tutto fa tovaglia quando l’importante è arrivare vivi al capitone. Apparte le tradizioni.
Loro, si rispettano e basta. Senza esclusioni di portate.  Nel caso le portate sian di meno, perché sei a dieta da quasi due anni e tutto non puoi mangiare, devi comunque contribuire.
Contribuire alle tradizioni. Ancora solo e sempre loro a Natale . La più importante è quella dei regali, nata 2016 anni fa grazie ad alcuni astuti negozianti di Gerusalemme che avevano rogne con i fondi di magazzino (“Sfruttiamo la nascita del Bambinello per far girare l’economia, altrimenti sono cazzi ed Erode spiana pure noi”).
 Divagazioni bibliche a parte, fare i regali è una delle cose più difficili in natura. Lo pensano tutti, anche quelli che ti dicono “che bello fare i regali” o quelli ancora più infami del “io preferisco farli che riceverli”. Questi ultimi di solito sono anche quelli che ti dicono “non voglio nessun regalo, mi basta il tuo sorriso”, ma se poi gli regali un panettone riciclato non ti parlano più fino alla pentecoste e vanno in giro a dire che sei un barbone. Ché se hai la barba come nel mio caso, alla fine, ci sta pure, ma quando discendono al pezzente non sta bene e allora anche se non ti va vai a comprare regali. Ché io non ne ho mai ricevuto uno ma dice che a Natale si usa.
Quando vai a comprare i regali vorresti incazzarti molto perché i prezzi sono altissimi e i negozi sono pieni di gente furibonda come te che però fa finta di niente perché “è Natale”. Il risultato è che paghi tutto più del dovuto e ti girano molto, ma non puoi farci nulla. Alcune commesse lo sanno e provocano: “Se trova il prezzo eccessivo torni pure a gennaio che ci sono i saldi”. E tu: “Eh ma io ho bisogno un regalo per il 25 dicembre, funziona così di solito”. E lei: “Il 25? Ma pensa. E allora sono cazzi suoi”.
La tradizione dei regali dopo i trenta anni diventa ancora più una merda. Prima dei trenta fare i regali è sempre un rogna, ma almeno li fai quasi spontaneamente. Dopo i trenta, invece, la gran parte dei regali sono vergognosi “atti dovuti” a gente che non te ne frega una minchia: la cravatta da dare al padrone di casa, la confettura comprata al mercatino da dare alla nonna , il pandoro mandorlato da spedire all’amministratore di condominio per boicottare la votazione sull’installazione del climatizzatore centralizzato, la bottiglia di prosecco “da portare alla cena”.
Tra tutti i ricicli peggiori, quello del prosecco o finto champagne da portare alla cena è nettamente il peggiore. Seguitemi: vai alla cena dell’ingegner Rutti, porti in omaggio la bottiglia di prosecco che ti ha portato tuo cugino alla cena del giorno prima, Rutti ti dice “graaaaazieee, buona questaaaa!”. E mentre la porta in cucina pensa “col mazzo beviamo la tua brodaglia, ho comprato le mie e beviamo quelle”. Il giorno dopo l’ingegner Rutti va a un’altra cena e mentre pensa “cosa porto a casa di quello stronzo di Scognamiglio?”, vede il tuo prosecco abbandonato e così via. Il risultato è che alcune bottiglie girano indisturbate per le case degli italiani anche da venticinque o trenta anni. Anche con i panettoni funziona bene, ma questi ultimi non superano mai i cinque o sei anni per questioni di muffe sospette che bloccano alcuni ospiti con ancora barlumi di coscienza (“Che facciamo, portiamo il panettone dai  Tafani anche se ha la macchia di muffa?”. “No dai, la signora Tafani ha l’occhio clinico e se ne accorge, rischiamo la figura di merda…”. “E allora che gli portiamo a quello stron…”. E lì di solito appare il prosecco.) Uno e trino. Come Dio ma con meno illusione.

Vorrei proseguire parlando dei presepi che al posto delle statuine originali hanno le sorprese dell’ovetto Kinder o quelle dell’IPERSTANDA (ho visto degli “Happy Hippo” al posto del bue e dell’asinello, ma anche truppe di Dart Fener al posto dei Re Magi), vorrei parlarvi della crudeltà di certi centri commerciali che obbligano fior di padri separati alla caccia di alimenti a vestirsi da Babbo Natale per 7 euro all’ora, vorrei parlarvi di quanto sono stronzi i bambini che non si sa come, ma a Natale attivano la modalità “rottura di coglioni costante”, ma purtroppo abbiamo già perso troppo tempo. Sappiate solo che per andare a comprare “un giochino per il nipote dei Fiaschi Non puoi andare a casa loro senza un giochino per il piccino…”, oggi ho pestato una cacca. Con una mossa da contorsionista ho frugato nel cappotto un fazzoletto di carta. Niente.  Alzando gli occhi ho sperato nella mano benevola di un passante. Il passante è passato impassibile. Sacramento non cacato ho evacuato un ulteriore: “Mi scusi, ma è Natale…”. E lui: “E a me che cazzo frega?”. Duro ma sincero. Almeno lui perché il resto, Natale, Stefano e Silvestro è tutta una truffa. Anzi no… Una merda come quella attaccata forte alla suola delle mie scarpe… piuttosto: siccome dovrei tornare a casa e non vorrei sporcare lo zerbino c’avete mica un fazzolettino di carta?

2 commenti:

  1. Dai, non per forza è così tragica.
    Ho un anno in meno però in alcune cose mi ci ritrovo ( e l'organizzare il capodanno??) ma schiacciar merde porta bene ;)
    BUONE FESTE

    Moz-

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  2. Se ci arrivo (al Capodanno), caro Moz te lo racconto. Buone feste.

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