Gianluigi Buffon è amore puro. Un tronco
d’uomo braccante in presa quotidianità obese da chili di caotico carcame. Una
leva gentile capace di trascinare anonime vite nel cuore pulsante
della leggenda perpetua. L’ha fatto
mettendosi davanti a una porta a parare il possibile e a volte anche l’irreale
con ardire incosciente. Come farebbe ognuno di noi al cospetto di un’occasione
incredibile. Difendere l’Italia e gli Italiani.
E’ pazienza se questi ultimi si ricordano d’esser tali solo durante
Europei (con pubblico disinteresse a dire il vero), e Mondiali (qui con
esilarante sussulto lo abbiamo visto).
Sta di fatto che Buffon è stato in
questi vent’anni d’incoscienza e parate, fedeltà e uscite, quello che lo Stato
al netto di svarioni e ammennicoli burocratici vari e dispersi non è stato.
Un collante multi generazionale di sentimenti
unanimi ed eterni. Un eroe rispettoso e rispettato.
E’ non è strano che per noi i migliori
di sempre sian stati e siano due portieri Zoff e Buffon .
Due uomini, un solidale troncamento a trainare l’Italia e
gli Italiani fuori dall’atavico e alienante timore di non essere all’altezza.
Quello di sempre se ci pensiamo.
Ma anche il cielo più buio e scontroso a volte si stanca della tenebra e
s’apre ai colori del mondo.
Per noi che nel 1982 c’eravamo, ma non
lo sapevamo il momento del risveglio è stato quando Buffon s’è immolato davanti
ai francesi. La nostra nemesi in quel momento colpita e stritolata nelle spire
di una difesa arcigna e velenosa comandata alla grande da Gianluigi Buffon. Il
nostro sommo baluardo contro i fendenti del mondo. Era il 2006. Un’occasione
sprecata a dire il vero ora che dal Mondiale siamo fuori ma fa nulla.
Il suo posto è stato è sarà comunque
dentro. Nella Juve e in Italia.
Poteva andarsene e ingioiellare il suo
carisma d’altre corone. Cuore altrove come tanti.
Ha scelto le lacune italiane Buffon invece. Pece salvifica di un calcio
languente e problematico. Fino in B con la sua Juve. A fingersi piccolo per ritornare grande.
Grandissimo. Ma in quanti l’avremmo fatto davvero? Ad un passo dalla sicura
gloria?
Ecco se Buffon ha insegnato, qualcosa è
questo:
Ha mostrato a tutti che la fedeltà è un
abisso su cui scommettere, un passo indietro necessario quando v’è un amore da
riscoprire e far trionfare.
Non male a pochi giorni da San
Valentino.
Alla Juventus ha portato sei scudetti
negli ultimi dieci anni.
Per sempre l’emblema di un uomo non immune da
macchie che ha fatto del pianeta Calcio un mondo più pulito. Puro. Non è poco.